Maternità surrogata: questioni mediche

Le prime fasi della maternità surrogata dal punto di vista medico, seguite dal centro specialistico di fecondazione assistita, sono:

  • controlli medico sanitari, anche di natura psicologica, per tutte le persone coinvolte nella pratica: i genitori intenzionali, gli eventuali donatori, la donna che porterà avanti la gravidanza
  • fecondazione in vitro (pratica detta IVF o FIVET) del materiale genetico dei richiedenti o dell’eventuale donatore. In questa fase, se necessario, sarà possibile una diagnosi preimpianto per scongiurare la trasmissione di eventuali malattie genetiche
  • trattamento ormonale prima dell’impianto degli embrioni nell’utero della madre surrogata.

Conclusa questa fase, il periodo di gravidanza viene seguito dal medico di fiducia della portatrice che effettuerà tutti i controlli di routine – visite, ecografie o controlli più specifici se necessario – per assicurare la buona salute della donna e del nascituro.

È comunque importante tener presente quali cure sono coperte dall’assicurazione sanitaria della portatrice e quali non lo sono sia per lei sia per il bambino, geneticamente non suo.

Inoltre è fondamentale informarsi in anticipo sui controlli medici che la madre surrogata potrebbe non voler sostenere. Ad esempio molte donne americane non danno la disponibilità a sottoporsi a esami invasivi, come l’amniocentesi, se non strettamente necessari.

Ancora, è importante sapere a chi spetta la decisione in caso si rendesse necessario interrompere la gravidanza oppure cosa succederebbe se i rischi della gravidanza richiedessero il riposo assoluto della gestante.

In sostanza, conoscere i possibili ostacoli di questo percorso è fondamentale per affrontarlo con la giusta consapevolezza.